La Direttrice ha dovuto scegliere i reperti che avrebbero rappresentato la ricca collezione etrusca, alla fine l’hanno spuntata il Bottone sardo con nuraghe, Balsamario egizio a forma di donna seduta, l’Orante della Domus dei Dolia e l’oro di Vetulonia con le tecniche di lavorazione e il focus su alcune fibule.

Il nostro team ha preso i totem e li ha visitati, nel vero senso della parola, la scocca era ancora in buone condizioni e anche i monitor funzionavano. I vecchi computer sono stati sostituiti con nuove macchine all-in-one e dotati di un sensore di prossimità in modo che, all’avvicinarsi del visitatore, si avviasse un messaggio che lo informasse della presenza di un dispositivo multisensoriale nelle vicinanze. Il messaggio è sia audio che visivo sullo schermo. Alla fine del trattamento hardware i totem hanno anche ricevuto una nuova grafica!

Nicola, archeologo ed esperto 3D, ha curato le scansioni con laser scanner dei reperti. Le copie sono state stampate in alta definizione in resina per migliorare il feedback tattile e corredate da didascalie in rilievo e in Braille. Grazie al 3D abbiamo scoperto un punto di vista diverso degli oggetti, ad esempio, nel Bottone a forma di nuraghe possiamo vedere come gli Etruschi lo cucivano agli abiti.

Gli archeologi sono abituati a parlare il loro linguaggio tecnico, spesso difficile per i visitatori. In questo museo il personale è sempre attento alle esigenze del pubblico e ha accolto con favore la nostra proposta di semplificazione dei contenuti. Tutti i testi sono scritti con il metodo Facile da leggere e capire, promosso a livello nazionale ed europeo (EU Lifelong Learning Programme – LLP), è utile per bambini, visitatori stranieri o con disabilità cognitive.

I nostri interpreti LIS (Lingua dei Segni Italiana) Alessandra e Davide, dopo un lungo studio, hanno dato veramente il massimo e sono passati alla storia i segni di “fibula a sanguisuga”, “granulazione” e “pulviscolo”. Nel montaggio l’approccio Facile da leggere e capire è stato applicato a tutti i media di supporto al racconto. Alcune immagini sono state stilizzate per facilitare la comprensione da parte dei visitatori con deficit cognitivi. Sono stati inseriti anche i rendering dei modelli 3D per rendere più comprensibile la storia dell’oggetto, per esempio per mostrarne il funzionamento. Il video si compone di diversi livelli visivi che accompagnano il visitatore nella comprensione: narratore in Lingua dei Segni Italiana, sottotitoli, realizzati con un font adatto per gli ipovedenti, voce fuori campo, immagini e animazioni.

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Ci siamo divertiti tanto con questo progetto, avere un’idea e poi vederla realizzata è bellissimo, ma il momento più emozionante sono state le visite guidate. Non potremo mai dimenticare i commenti: Luciana Pericci, dell’Unione Italiana Ciechi di Grosseto, toccando la copia dell’Orante “Ma lui ha i calzari con le stringhe incrociate, gli etruschi sarebbero alla moda anche oggi!”. I totem sono stati presentati alla cittadinanza Domenica 3 Dicembre 2017, un vero successo!
Il 4 Dicembre a Firenze nella Sala Brunelleschi del Centro Arte e Cultura in Piazza San Giovanni, si è tenuto il workshop “MUSEO4U, dal superamento di barriere fisiche e culturali alla progettazione di un museo per tutti” a conclusione dell’attività del progetto. L’evento rivolto agli operatori pubblici, in particolare a quelli museali, ha consentito di presentare i risultati del progetto e di aprire una riflessione comune sull’accessibilità ai beni culturali condividendo esperienze e buone pratiche. All’evento hanno partecipato Cinzia Manetti della Regione Toscana, l’Assessore alla Cultura Susanna Lorenzini e Walter Massetti per il Comune di Castiglione della Pescaia; il progetto è stato illustrato da Simona Rafanelli, Direttore del Museo Archeologico di Vetulonia e dai nostri ricercatori Nicola Amico e Cinzia Luddi che hanno illustrato le metodologie e le tecnologie utilizzate nella realizzazione dell’intervento. Poi abbiamo avuto l’onore di ascoltare le testimonianze di Barbara Fedeli per il Museo dell’Opera del Duomo, Cristina Bucci del Museo Marino Marini, Irene Lauretti, Roberta Pieraccioli e Serena Nocciolini della Rete dei Musei di Maremma.